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storia di un nome e di un progetto

IOU e la storia di come sono nate le cambiali

Se sei approdato qui, caro lettore, è molto probabile che tu sia un privato proprietario di casa o un imprenditore che rischia di dover cedere i propri beni immobili alla banca (che ne trarrà profitto vendendola all’asta), oppure sei un investitore che cerca un modo affidabile e garantito di gestire i propri affari in campo immobiliare. In entrambi i casi sei capitato nel posto giusto - IOUR - e quindi permettici di presentarci.

Indice


IOUR: un’idea nata da un vissuto

IOUR è nata dal vissuto e dalla creatività di Cecilia Beia, la quale ha sperimentato tutta la portata e le implicazioni che l’argomento “casa” comporta. Per la sua personale esperienza, Cecilia ha dovuto studiare approfonditamente il settore immobiliare e ha creato IOUR per offrire, insieme al suo team, un concreto supporto a chi ha bisogno di aiuto per gestire il proprio patrimonio “in mattoni”.


Storia di un nome: “I owe you”

Ma partiamo dall’inizio, dal nome: IOU è l’acronimo di “I owe you”, tre parole inglesi che suonano come le tre vocali pronunciate in quella lingua (I O U) e che significano “io ti devo”. Tale frase veniva scritta su un foglio di carta che il debitore firmava a garanzia dell’impegno a pagare il debito che aveva contratto col proprio creditore per l’acquisto di beni o servizi.

Tale pratica è rimasta in uso negli Stati Uniti fino al 1800 e probabilmente è antica quanto l’uomo… e quanto la storia del debito e del credito. Infatti, secondo alcuni economisti, la moneta non è altro che l’impegno a pagare una certa cifra, cioè la forma più elementare di “cambiale” dopo il “pagherò” vero e proprio, cioè il pezzo di carta con sopra scritto I owe you.

Ogni “I owe you” – abbreviato IOU - era dunque una promessa di pagamento per il debitore e un credito per chi lo riceveva, il quale a propria volta poteva usarlo come promessa di pagamento nelle proprie transazioni successive. Teoricamente quindi, un IOU poteva circolare per anni, a patto che tutti i nuovi creditori che l’accettavano avessero ancora e sempre fiducia nel fatto che il debitore originario prima o poi avrebbe pagato quel debito contratto col creditore originario.

Nel caso di una circolazione particolarmente prolungata e diffusa, poteva accadere perfino che coloro che continuavano a scambiarselo dimenticassero o ignorassero completamente chi avesse emesso in origine quel IOU!


Dalle cambiali alle banche: come nasce la Bank of England

Ma c’è un dettaglio ancor più meritevole di riflessione: la “cambiale” funziona come denaro solo se il primo debitore continua a non pagare il suo debito, perché nel momento in cui il debito viene saldato, il sistema crolla. È proprio con questa strategia che fu fondata la prima banca centrale moderna, la Bank of England: è una storia interessante che ha ripercussioni fino ai giorni nostri.

Alcuni banchieri inglesi nel 1694 prestarono circa 1 milione di sterline al re che doveva andare in guerra contro la Francia.(1) In cambio ottennero il monopolio reale sull’emissione di banconote, il che significava che potevano concedere in prestito “pagherò” per una parte del denaro che loro avevano dato al re e che il re avrebbe dovuto restituire

I banchieri potevano quindi usare parte di quel debito reale per fare prestiti ai sudditi che ne avessero avuto bisogno e questo permetteva loro di far circolare il “debito”, erano riusciti quindi a trovare un modo per “monetizzare” il debito reale appena creato e farlo fruttare. (2) Ma i banchieri guadagnarono due volte da quest’affare: se infatti da una parte riscuotevano dal re un interesse annuo dell’8% sul prestito originario, dall’altra, su quello stesso denaro ricevevano anche gli interessi dai prestiti erogati ai sudditi che li avevano richiesti.

“Il sistema ovviamente poteva continuare a funzionare solo fin quando il debito originario fosse rimasto insoluto. E quel debito non è stato ancora saldato, né può esserlo”, asserisce Graeber: “se venisse saldato, infatti, l’intero sistema monetario della Gran Bretagna cesserebbe di esistere”.(3) Quindi un IOU – paradossalmente – ha valore solo fino a quando il firmatario non paga il proprio debito.


L’idea prende forma

Fin qui abbiamo spiegato le origini storico-linguistiche di IOU.

E la R? È l’unica consonante di IOUR, è un suono vibrante che a livello fonosimbolico (4) esprime una

decisione, un’azione anche vigorosa, è un’affermazione di presenza e un’occupazione di uno spazio sonoro. Nei sistemi simbolici antichi, R alludeva al viaggio, come nella runa Raido dell’alfabeto runico (che si ritiene sia stato strutturato tra il 150 e l’800 d.C.), mentre nell’alfabeto ebraico la Resh indicava la testa e, per estensione, un promontorio. Anche nei nostri attuali sistemi simbolici, la R mantiene il suo carattere fonosimbolico di “azione circoscritta ed efficace”. In matematica infatti R indica l’insieme dei numeri reali, mentre in numismatica le lettere R, RR, RRR (o R1, R2, R3) indicano i diversi gradi di rarità di una moneta: rara, rarissima, estremamente rara.

R è quindi il germe di un’azione meditata per essere decisiva, quell’azione che chi si rivolge a IOUR è pronto a intraprendere per riprendersi la propria casa e per far fruttare i propri affari. IOUR significa quindi riappropriarsi del debito e trasmutarlo.

Se vuoi sapere come, scrivici.

Se vuoi scoprire altri aneddoti legati alla storia del debito e del credito, resta connesso.

Stella Picarò


1. Si trattava della guerra dei 9 anni o della Grande Alleanza, detta anche guerra della Lega Augusta o ancora guerra di successione del Palatinato. Va detto che il Trattato di Ryswick del 1697 premiò la tenacia di re Guglielmo III nel voler distruggere la Francia, poiché riuscì a porre fine alla politica imperialistica di Luigi XIV.Interessante notare, per inciso, e di questi incisi ne faremo tanti, che in questo caso la guerra è stata all’origine della banca. Ci torneremo.

2. Cfr. David Graeber, Debito – I primi 5.000 anni, il Saggiatore, Milano 2012.

3. Per inciso, la Bank of England ha abbandonato tale pratica solo nel 1826.

4. Il fonosimbolismo è una branca della linguistica che studia come i suoni del linguaggio (i foni) interagiscono tramite le loro qualità acustiche e articolatorie col significato dei termini che veicolano. Secondo questa scienza quindi, ogni suono linguistico ha una sfumatura emotiva o sensoriale che rende ogni parola unica non solo o non tanto per il suo significato (esistono infatti i sinonimi, che sono parole di significato identico ma di significante diverso), ma per il modo in cui veicola le sfumature di quel significato.

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Un dio dai mille nomi